Penale: bancarotta documentale fraudolenta; pagamento dei debiti; tempo della restituzione.
Corte di Cassazione, sez. V pen., 16 ottobre 2014, n. 50975 (dep. 4 dicembre 2014).
Seguendo la pacifica giurisprudenza della Suprema Corte, la Cassazione ha ribadito che "è irrilevante che un fallimento sia stato chiuso per mancanza sopravvenuta del passivo, per essere stati pagati i debiti (v. L. Fall., ex art. 118, n. 2), in quanto tale fatto non esclude la legittimità e l'efficacia della sentenza dichiarativa di fallimento e non fa venir meno obbiettivamente il reato di bancarotta documentale fraudolenta, sul quale incide solo la revoca del fallimento, pronunciabile L. Fall., ex art. 19, (a seguito di opposizione) nel caso di insussistenza dello stato di insolvenza al momento della dichiarazione di fallimento; infatti, il pagamento del debiti della società fallita è un post factum rispetto alla dichiarazione di fallimento".